Progetto


PROGETTO


Ogni città ha un’identità diversa, un senso diverso. A definirla sono i suoi odori, la luce, la gente che la percorre ogni giorno e quella che l’ha percorsa nei secoli. Non solo, dunque, i grandi eventi che ne hanno scandito la storia, ma anche le vicende quotidiane che ne hanno plasmato l’identità, quelle impalpabili che non si possono descrivere con i mezzi tradizionali.
Proprio qui sta il senso del percorso compiuto a Cammarata e qui sta il senso della “città aumentata”: svelare un luogo attraverso diversi elementi, diversi sguardi. Superare ciò che è percepibile attraverso i cinque sensi, potenziando la realtà materiale attraverso la realtà virtuale. Non potrebbe essere altrimenti in un’epoca in cui la rivoluzione tecnologica ogni giorno offre nuovi mezzi per trasmettere un’idea. Vale però la pena di precisare che tali mezzi sono gli strumenti e mai i protagonisti. I veri protagonisti sono sempre le idee, i fatti, le persone e i talenti. Il vero protagonista è il racconto. Un racconto che si snoda su due piani: quello razionale, storico, che salva dall’oblio la memoria e cristallizza gli eventi, e quello per così dire “irrazionale” tipico dell’arte.
L’identità di Cammarata risulta aumentata, infatti, anche dall’approccio offerto dall’arte, capace di ampliare il senso della storia. Perché l’essenza più profonda dei luoghi si nasconde oltre un certo confine, oltre quella linea sottile che permette di passare dal sapere al capire. Ad accrescere il significato dei luoghi è poi principalmente il legame che si stabilisce tra passato e presente.
Tutti questi elementi sono stati gli ingredienti del progetto “La Torre Tecnologica”.
Con il percorso fatto sulle ceramiche si è cercato quel punto di incontro tra la produzione manifatturiera delle antiche fornaci del cotto e la produzione artistica contemporanea. Gli scatti di Trajna, l’ispirato fotografo di Cammarata, sono stati capaci di cogliere il senso più profondo della quotidianità cittadina. Le sue opere hanno poi permesso di tracciare un punto di incontro tra passato e futuro, dando l’impulso alla mostra di fotografia contemporanea e al concorso di fotografia “Nei luoghi di Salvatore Trajna in cerca d'arte”.
Con la ricerca compiuta sull’arte del telaio si è ricostruito il legame tra tradizione e innovazione e tra tessitura e fotografia.
Così come con lo studio sull’incompiuto cammaratese, per cui un ponte incompleto non è stato più soltanto un ponte abbandonato ma, attraverso la visione personale dell’artista, è diventato molto altro. Non è un’illusione o una finzione: quel significato gli appartiene.
Il teatro, mezzo per eccellenza per aumentare la percezione umana dei fatti e dei sentimenti, è stato protagonista con la rappresentazione “Schizofrenie pirandelliane”.
Tutto ciò nella convinzione che innovazione e tradizione non si possono separare, che le città sono una linea continua tra memoria e futuro, l’una senza l’altra si svuota di senso, bisogna delinearne il profilo e poi immergersi nel loro profondo.